giovedì 9 giugno 2011

Mito e fantascienza svegliano le coscienze con l'arancione fluorescente: attenzione ad Hans-Hermann Koopman

    Siamo all'estremo limite della Tuscia viterbese, pochi chilometri e si viene inglobati dalla giurisdizione romana. Poco lontani da Sutri, la porta della Tuscia sulla Cassia, si nasconde dalla consolare Bassano Romano, che attraversato senza alcuna sosta, mi ha dato un'impressione ruvida, scrostata, mascolina come le asce dei taglialegna, volutamente sottoesposta, frugale ma caotica, dove forse ancora aleggia l'origine parzialmente napoletana, come leggenda vuole.
   Esco dal dedalo bassano dove il panorama è precluso e vado verso il lago di Bracciano, ma per poco, quanto basta per trovare lo studio di Hars-Hermann Koopman. Ma cosa avrà fatto la Tuscia per incantare tanto i tedeschi e gli svizzeri?
  
Hans-Hermann Koopman nel suo studio
   Nato nel febbraio 1961 a Varel in Frisia , Germania, dal 1983 al 1999 vive a Berlino dove compie studi di arte e filosofia e si laurea in storia del teatro e biologia. Da 1999 vive e lavora in Italia a Bassano Romano. La mostra intofilmforpainting ha vinto il premio LaCittadella 2004 nell’ambito del 10° Festival internazionale del corto di fiction di Trevignano. Il suo film digitale “people I don’t know” ha partecipato al festival di Locarno nella sezione in.progress, ai VeniceScreenings e al bATiK filmfestival di Perugia. Le sue opere si trovano presso collezionisti privati in Germania, Italia,  Francia, Inghilterra, Olanda, Svizzera, Iran e Stati Uniti.

Quale onore, l'entrare in uno studio ordinato appositamente per il mio arrivo...Hans-Hermann sta lavorando alla sua prossima mostra, quella di Tuscania del 21 maggio, ai Magazzini della Lupa.


Si chiama Tobori, questo è il mio robot, se leggi al contrario leggi “I Robot”. È una delle prime storie di Isaac Asimov che parla delle regole del robot. Tobori è un complesso multimediale che proietta il mio video. E’ un modding, un assemblaggio in cui il computer reale non si vede. Perché la questione non è solo presentare un video ma come farlo. Con il proiettore è noioso.

Un romanzo a puntate senza fine, dal 1961,
ideato dal tedesco Walter Ernsting
 Sono sempre stato affascinato dalla fantascienza fin da giovane. Quando gli altri leggevano i western io leggevo Perry Rhodan, la più grande storia di fantascienza.
Non è la prima volta che presenta questo lavoro, Tobori,  e così lo sta rimontando.
Il video che il robot proietterà è un lavoro su un tema che si porta dietro da anni, le figure di Prometeo ed Epimeteo, il fratello.
Prometeo/Epimeteo contemporanei
Prometeo pensa prima di agire ed Epimeteo dopo, in ritardo.  Prometeo è molto importante perché non è solo il ladro del fuoco ma proprio il creatore, con il fango del fiume principale ha dato forma all’uomo e agli animali. Epimeteo invece ha dato a questi ultimi il carattere. Ecco trovo questa storia così moderna che sto cercando il modo di rappresentarle come figure contemporanee. Prometeo è il prototipo di Gesù, sì è sacrificato ed ha sofferto.
L’arancione fa parte dell’armamentario di Prometo, la valigia con cui ha rubato il fuoco, la scatola di fiammiferi gigante, i suoi abiti. Questa storia è piena di significati psicologici.

Il mouse che sarà la barca di Prometeo

Nel video che sarà proiettato dal Tobori, sono protagonisti questi fratelli mitologici, talvolta impersonati da Hans stesso che gioca col binomio bianco/arancio e talaltra usando due piccole statuette di plastica che riprese in una bacinella d’acqua in piedi su un mouse, creeranno un suggestivo momento in cui i due navigano per mari sconfinati, attraversando secoli ed ere.  “Il giorno delle piccole cose” si chiama la mostra, perché per battere il tempo e lo spazio bisogna ingannarlo, cambiando le dimensioni , confondendo con i colori.
Forse tanta è l’immedesimazione di Hans nei due fratelli che ha voluto anch’egli dare vita con le proprie mani a una creatura. Nel suo Tobori si fondono perfettamente due passioni apparentemente distanti come la mitologia e la fantascienza, sarà per questo che Prometeo rimane una figura così attuale e la paura della rivolta delle macchine, del Golem, forse era la stessa che ebbe Zeus quando si riprese il fuoco che Prometeo aveva donato agli uomini, , perché non diventassero troppo potenti. Infatti Prometeo oggi ha nella sua valigia il fuoco atomico per i suoi umani prediletti.
Anche il modo in cui rappresenta questi due fratelli gemelli è interessante, Epimeteo sembra sempre l’ombra dell’eroe Prometeo, in grigio bianco . Il fratello distratto, impulsivo, colpevole senza dolo dei mali che affliggeranno l’uomo non è forse ciò che dà ambigua prospettiva al ruolo di demiurgo del più noto fratello benefattore? Il discorso rischia di farsi intricato perchè su Prometeo molti letterati hanno scritto e particolarmente...i tedeschi.

Un altro lavoro recente è stato Panìco Panico.
Panìco Pànico (foto di una foto)
Tutto è nato dalla curiosità di scoprire l’origine del toponimo di via di panìco, a Roma, in quanto doveva esporre alla galleria “Il giardino segreto” sito lì.  Il motivo è che al tempo dei Romani quello era il sito di stoccaggio del miglio, il pànicum milicaeum, che alimentava i legionari durante le campagne militari. Ha fatto così una ricerca  sul sistema di vita militare romano. Ne ha concluso che la forza ultima degli eserciti romani era dovuta all’organizzazione della sua unità minima: la tenda, composta dai sei ai dieci soldati è come la cellula di un organismo, anzi un superorganismo, in cui ognuno è responsabile dell’altro. Ha voluto così rappresentare l’ambiente della tenda  con gli elmi dei dieci soldati rivolti all’ingiù da cui escono piante di miglio,  perché poteva accadere che in battaglia le vettovaglie andassero perdute e i soldati dovessero usare gli elmi come scodelle. Uno strumento di guerra che si fa strumento di pace. Il che ricorda il passo della Bibbia (Michea 4:3) “Delle loro spade fabbricheranno vòmeri, delle loro lance, ròncole; una nazione non leverà più la spada contro l’altra, e non impareranno più la guerra.”, utilizzato dal marxismo tedesco come prova dell’ineluttabilità del comunismo.


casa di materiali locali, rami e plastica, un nido di Roma


NidoNudo
 
Biologo di formazione, Hans si è creato un altro filone di ricerca a tema naturale, un'istallazione sulle api, - altri soldati di un superorganismo - intitolata "To bee or not to bee" e altre sui nidi degli uccelli. Me ne fa vedere uno molto piccolo che ha trovato a Roma con dei fili di plastica mescolati ai rami, perché usano quello che trovano. Lui allora costruisce dei nidi fuori misura con il suo “colore d’emergenza” l’arancio fluorescente, che usa da 15 anni. È il colore che ha l’onda più lunga di tutti gli altri ed è quindi quello maggiormente capace di attirare l’attenzione. 

La mostra più prossima di Koopman sarà al PAN di Napoli dal 16 giugno al 16 luglio, la collettiva Divina Commedia, in cui ogni artista interpreterà un canto. Augurandogli in bocca al lupo - o a Caronte? - lo avviertiamo che dovrà esserci un sequel a questo post, dobbiamo saperne assolutamente di più sul rapporto di Koopman con Dante.